Donne di Cuori è una nuova Associazione del territorio bresciano che negli intenti vuole accogliere e condividere vissuti ed esperienze con donne che cercano un punto di riferimento e un confronto su tematiche femminili e, soprattutto, lesbiche. Il nostro modo di fare politica sarà quello di esserci, nelle piazze, tra la gente, mostrando i nostri volti e promuovendo la cultura LGBT in tutte le forme che ci appartengono, al fine di ricostruire un’immagine di noi, donne lesbiche, scevra da ogni tipo di pregiudizio.


giovedì 27 novembre 2014

IL SOGNO


Dopo anni di sguardi e pensieri una per l'altra, finalmente, un anno e mezzo fa circa, è iniziata la nostra bellissima storia d’amore.
Da subito abbiamo capito che avevamo parecchi punti in comune, ma anche tanti sogni da voler realizzare insieme, il più grande tra tutti, quello di  avere un figlio.
Ne abbiamo parlato a lungo considerando le varie difficoltà culturali, economiche e, soprattutto, il ruolo genitoriale negato spesso nella nostra società a due donne lesbiche, ma la nostra conclusione felice ha riempito i nostri cuori di gioia: per quanto potrà non essere semplice, per quanti sacrifici dovremo fare, noi, grazie alla nostra determinazione e al grande amore che ci lega, insieme supereremo tutto.
Decidiamo così di cominciare i primi passi, quelli più banali, ma concreti, per realizzare questo nostro profondo desiderio e ci rechiamo all'ufficio postale del paese per aprire un libretto postale dove depositare mensilmente dei soldi che ci serviranno per andare in un paese estero, probabilmente la Spagna, che ci permetterà di diventare genitori.
Il primo deposito, il giorno stesso dell'apertura del libretto, è stata per entrambe una felicità immensa mai pensando, considerato il nostro passato antecedente il nostro incontro e le difficoltà iniziali della nostra conoscenza, di  riuscire, un giorno,  ad arrivare a un piccolo grande sogno come questo.
Quel  giorno, uscite dall'ufficio postale, dopo aver depositato i nostri primi risparmi, una con gli occhi lucidi e l’altra con un sorriso luminoso, ci siamo abbracciate e per mano siamo andate verso la macchina per continuare la nostra vita di tutti i giorni insieme, ma con una certezza in più: pezzo dopo pezzo, affrontando tutto e tutti, costruiremo qualcosa di grande ed importante, la nostra famiglia.


E da quel giorno, tutti i mesi, all’uscita da quell’ufficio postale, la nostra gioia aumenta.


Monia e Claudia

mercoledì 5 novembre 2014

DI CHE PAURE SOFFRI?

Questa strana ossessione sull’omosessualità si sta diffondendo a macchia d’olio nel nostro Paese.
Più se ne parla, più congregazioni religiose cattoliche e non,  pro-vita (e pro nobis) di destra, estrema destra …( e chi più ne ha più ne metta) si coalizzano e trovano persino punti di incontro ideologico, quando l’unico obiettivo è quello di combattere il “nemico n.1”: l’omosessualità ed "affini".
Sono molto impegnati, non si può negarlo, per non farsi trovare impreparati e si autoconvincono di fare serie riflessioni sulla questione gender sputando sentenze qua e là, rifiutando però di essere definiti omofobi.  Ritornano a definire l’omosessualità una malattia da cui si può guarire, noncuranti di tutte le teorie scientifiche, poiché le loro tesi valgono di più, probabilmente perché ispirate da Dio, o Maometto, o Hitler..(a seconda della bandiera di “partito”)
Ne parlano alcuni docenti a scuola , si scrivono articoli sui bollettini parrocchiali, ogni tanto “si mena” qualche coppia gay (a monito!) e poi si ricomincia a stazionare nelle piazze, col silenzio che nega le vite altrui e con la presunzione che le proprie vite siano l’unico modello da imitare. E se il proclama iniziale era “No al decreto Scalfarotto” ora si ricorda al mondo che l’UNICA famiglia è quella tradizionale: papà, mamma e figli e che il matrimonio omosessuale non può esistere. È un abominio! 
Disdegnando la matrice antropologica di famiglia, fingono di non sapere che basta cambiare cultura e l’idea di famiglia (e non solo) muta.
Propongono corsi e convegni, possibilmente a numero chiuso, perché per sconfiggere il nemico bisogna non mostrare le strategie d'attacco. Ed ecco che spuntano come funghi le sentinelle, gli adinolfini e i filonicolosi e, in ultima istanza, gli alfanici. Perchè anche la politica, arretrata rispetto all’Europa, fa la sua parte: Alfano insorge contro i sindaci che trascrivono i matrimoni contratti all’estero, i prefetti eseguono le indicazioni del ministro, i Sindaci si incazzano..
Un manicomio!

Sembra che la sessualità (solo delle persone omo/transessuali) sia divenuta la preoccupazione, oserei dire la fissazione, di una certa categoria di persone che è convinta , in qualità di "persone per bene” e di indiscutibili detentori della Verità, di dover sconfiggere questa “nuova epidemia” prima che infetti la propria prole e le generazioni future.

E se l’Onu, l’Europa, il mondo intero (o quasi) continua ad affermare i diritti di tutte le persone, l’Italia, una parte di Italia,  erige barriere altissime inventandosi teorie e “spauracchiando” qua e là con assurdità ideologiche ed elargendo, consapevolmente o meno, disinformazione.
Perchè il cambiamento fa paura, perchè vengono meno le proprie convinzioni...perchè...perchè...perchè..

Insomma, mentre il popolo LGBT crede che finalmente sia giunto il momento per riprendersi i diritti che una parte di società eterosessista gli ha prepotentemente tolto, un gruppo di persone alza i propri scudi e indossa mascherine antigas per tutelarsi dal mostro che avanza…
Non ne capisco il senso, ma noi continueremo ad essere ciò che siamo.
Non potremmo fare diversamente.
Anche in questo mese novembrino assistiamo alla resurrezione dei morti viventi, in linea con le celebrazioni del momento.

Giulia